Artisti in Casentino: Mario Bettazzi
Testo pubblicato sulla rivista Il Casentino - a cura di Giacomo Giovannetti - Settembre 1979
"Una pittura, quella del Bettazzi, appassionata che non vuole sorprendere,persuadere, dimostrare, ma toccare il cuore e la mente con le tematiche proposte, con il disegno penetrante e sicuro, con le note spente del colore, col dissolvimento della forma tradizionale nella profondità spaziale, nello sfumato chiaroscurale, nell'alone coloristico e nel negativo. Una pittura, certo, "non facile", ma che suscita interesse, riflessione, poiché scava in profondità costringendoci a pensare, ad essere sempre più presenti a noi stessi e più critici verso la realtà.
" L'equilibrio dell'insieme"
Testo a cura di A.Fiorini - 1980
Osservando l'opera di un così giovane artista si rimane colpiti dall'abilità formale e tecnica, dall'esattezza del disegno, dall'equilibrio dell'insieme. A questi valori pittorici, tuttavia, si aggiunge la continua ricerca di una problematica di ampio respiro, che ci fa comprendere immediatamente come per l'autore fare arte sia essenzialmente vivere e comunicare nella realtà contemporanea...La meticolosità e l'analisi critica con cui egli rappresenta sulle sue tele figure, volti, spazi, mostrano quanto sia un osservatore attento dell'uomo e della sua vita ed un artista di grande sensibilità. Nelle sue opere c'è una forza vitale, uno studio approfondito della società, il tutto espresso sempre con un linguaggio personale e critico, velato di emozione e partecipazione. L'eterna dicotomia del bene e del male convive con la speranza e fiducia, proiettate nelle campiture bianche delle sue tele, nella forza creatrice e propositiva dell'uomo.
"Mario Bettazzi - Ogni quadro é un microcosmo"
Testo pubblicato sulla rivista d'arte Praxis Artistica - a cura di Elio Succi - 1981
Interprete del presente in cui affonda intuizioni acute per decifrare la propria coscienza...le sue opere non consentono una superficiale ed epidermica lettura, non possono rappresentare abbellimenti salottieri superflui...Ogni quadro è un frammento di vita che rispecchia tutto il presente, è un microcosmo che racchiude tutta la storia e ne interpreta lucidamente la soglia attuale. L'artista esprime intuizioni profondamente efficaci soprattutto allorché innesca l'indagine negli abissi psicologici
"Bettazzi e l' al di là della pittura"
Testo a cura di Vittorio Vettori - Aprile 1985
E' lui, giovane "pittore nuovo" capace di andare al di là della pittura, che mi ha fatto pensare a Carlo Ginzburg, per l'affinità della posizione culturale, contrassegnata dalla medesima "oltranza", dalla medesima necessità di andare oltre, e per l'illuminato richiamo dello stesso Ginzburg a quell' "aura" spirituale che Bettazzi ha respirato fin dalla nascita, nell'ottica privilegiata dei luoghi severamente vegliati dal " crudo sasso" francescano...La pittura di Mario Bettazzi pratica e sperimenta in maniera esemplare, ne sia egli consapevole o meno, l'al di là della pittura, accampandosi in quello spazio postmoderno dove ogni oggetto ( "living object") rivive non più come soprammobile ma come l'emblema e metafora " a metà strada - ha scritto Carmelo Strano in un suo libro recente - fra la scultura e l'architettura, senza soggezione alcuna dell'una verso l'altra" .
Testo pubblicato sul catalogo della Personale di pittura alle Sale Comunali Logge Vasari di Arezzo
A cura di Vittorio Vettori - Firenze, giugno 1986
...la pittura di Bettazzi si rivolge non solo all'occhio, al gusto, alla sensibilità, ma anche al pensiero, alla riflessione, alla meditazione di chi, osservandola, non voglia fermarsi a un giudizio impressionistico e superficiale, ma preferisca approfondire diacriticamente il discorso, per cogliere nella fattispecie quel che Leopardi amava indicare, lungo il suo sorprendente itinerario ultrafilosofico come "l'intero e l'intimo delle cose".
"Le bambole di Bettazzi "
A cura di Mario Rotta - Corriere aretino - Luglio 1986
...Mario Bettazzi nasconde sotto le sue figure-bambole, sotto le superfici levigate dei suoi quadri, le fila di un discorso intellettuale, fondato non tanto sullo specifico pittorico, quanto su quello che un tempo si chiamava "contenuto" dell'opera, "messaggio".
Testo pubblicato sul Catalogo della Personale alla Galleria d'Arte Teorema
A cura di Dino Pasquali - Firenze - 1986
...con analitica, "pignola" cura dei dettagli, l'autore di preferenza, e in guisa più o meno conscia, si rivolge anzichè a questioni esterne, riguardanti l'altrove e l'altertità, ai fatti della sua esistenza di ieri e di oggi; elabora dunque il dato autobiografico ( e nel fabulare coinvolge naturalmente persone e cose del proprio entourage), si confessa "protetto" da una sorta di schermo onirico. Ed è un "sogno" pervaso delle ambasce dell'io sono, dai ricordi inquietanti del sono stato ( specie quando la riflessione va alla stagione "amorfa", limbale dell'infanzia), dai dubbi, dalle incertezze sul sarò.
Testo pubblicato sul Catalogo della Personale " Percorsi onirici"al Castello dei Conti Guidi di Poppi
A cura di Dino Pasquali - Firenze 1994
Della tradizione Bettazzi onora il meglio, soprattutto, da buon toscano, il disegno; ...segue la tecnica del "flusso della coscienza", nell'usare le forme del reale immagina situazioni irreali, a tutto vantaggio di ciò che va sotto il vago nome di poesia.
Testo pubblicato sul Catalogo della Personale al Circolo artistico di Arezzo
A cura di Barbara Agostini, 1994
...L'incontro con la pittura di Bettazzi é, fin dal primo istante, incontro con il sogno. Un sogno ricorrente, abitato da figure che si scompongono, si trasformano, cambiano di ruolo pur rimanendo sostanzialmente della stessa carne impregnata dello stesso senso di dolcezza e orrore.