La produzione pittorica di Mario Bettazzi, "...si presta benissimo per una duplice operazione, resa necessaria dalla piena maturità creativa cui l'appartato e singolare artista casentinese é pervenuto in un breve arco di anni: il riconoscimento della sua autentica vocazione e dei motivi che la caratterizzano su una linea di continuità e di coerenza, e la messa in chiaro della sua attitudine a conciliare questa fondamentale esigenza di cristallina fedeltà a se stesso con l'esigenza non meno fondamentale di respingere decisamente qualsiasi tendenza ripetitiva, per collocarsi senza eccessive cautele sul versante dinamico e innovativo di un'assidua rigenerazione fatta di scavo e di ricerca tenaci e di subitanee illuminazioni e scoperte".
La sua fisionomia artistica può essere definita "...nei termini di una radicale tensione bipolare, sorretta da un bisogno ardito di verità e da un'energia generosa di 'oltranza' nell'impegno difficile di attraversare tutto lo spazio intermedio situato fra l'enigmaticità dolorosa dell'esistenza e il mistero insondabile e intimidente dell'Essere".
( "Mario Bettazzi: un pittore tra enigma e mistero" di Vittorio Vettori)